Avete presente quei libri che prima di leggerli vi fanno pensare cose del tipo: "Uhm... forse però non è proprio adatto a me, non è il mio genere!", ma che una volta terminati vi fanno fare dei pensieri totalmente opposti?
Ecco. "La crisalide nel fango" di Matteo Viviani è proprio quel genere di libro.
Da sempre sono stata attratta da libri (ma anche da film) totalmente lontani dal genere noir. La ragione è semplice: fondamentalmente io mi impressiono.
Ricordo che una volta, per un esame, mi fu dato da leggere un libro sui delitti. Bene, lo lessi rigorosamente la mattina e non vedevo l'ora di finirlo. Ecco, ho detto tutto.
Infatti, quando mi fu proposto di recensire questo libro avevo un po' di timore. La mia paura era quella di non riuscire a portare a termine la sua lettura, ma poi ho deciso di sfidare i miei limiti, di mettermi in gioco e quindi eccomi qui!
Matteo Viviani, come molti di voi sapranno, è uno degli inviati del programma televisivo "Le Iene". Di origini bergamasche, cresce nelle campagne toscane e la sua adolescenza è veramente molto attiva: studia, lavora nelle fiere, nei ristoranti, dipinge, lavora dai contadini, dai falegnami e diventa maestro d'arte e disegnatore orafo. Poi, verso i vent'anni, si trasferisce a Milano dove continua a fare i lavori più disparati: ballerino, cameriere, attore, modello fino, poi, a diventare uno degli inviati de "Le Iene".
"La crisalide nel fango" segna il suo debutto come scrittore. Quando si chiede all'autore il perché lo abbia scritto, lui risponde con un semplice "ne avevo bisogno". E sinceramente, queste tre parole in me hanno scatenato la curiosità.
Alessandro e Raffaele. Due personaggi diversi che sembrano destinati a non incontrarsi mai. Il primo altruista, fuma marijuana e ha una forte sicurezza in se stesso; l'altro perverso, disonesto e di un'insicurezza infinita. A unirli c'è Sonia, una diciassettenne per la quale Raffaele, suo insegnante privato di matematica, nutre segretamente qualcosa e che Alessandro si porterà a letto, non senza rigarle il volto di lacrime. Poi c'è un'altra presenza, torbida, delirante, irreale, che poco alla volta entra in gioco nella loro vita, mutandola completamente. Il finale non è per niente scontato, è di una crudeltà davvero inaspettata.
Dire di più significherebbe derubarvi del piacere della lettura, per cui non vi svelo altro.
La mia paura di non riuscire a leggerlo fino alla fine è stata totalmente sconfessata dal non riuscire più a staccarmi da quelle pagine. Il libro mi ha seguita ovunque, anche al mare, sempre con me. Il due giugno l'ho trascorso leggendolo per tutto il giorno. Sui social ve l'ho definito con un solo aggettivo: intenso.
Continuo a pensare che sia il termine che più gli calzi a pennello. Se il compito dello scrittore è quello di arrivare al lettore e di emozionarlo, beh...Viviani ha fatto proprio un gran bel lavoro!
Ho provato rabbia, ansia, dolore, voglia di abbracciare forte Sonia. Ho persino pianto, immaginando il dolore di alcune scene. Ho vissuto pienamente questo libro!
Respiri a fondo la follia, ne resti colpito, ti tocca, ti schiaffeggia, ti prende a pugni.
Al suo interno sono presenti anche delle denunce che fanno sentire forte l'impronta della trasmissione per cui Viviani lavora.
Dona una marea di spunti di riflessione e questa è una cosa che apprezzo in modo particolare.
In conclusione, il libro mi è piaciuto veramente tanto e lo consiglio a tutti gli amanti del genere e a chiunque abbia voglia di provare a cimentarsi con un genere letterario diverso da quello a cui si è abituati. A questi ultimi dico: non fatevi spaventare dalle forchette, fanno impressione, ma poi non si vedono più!!! No, non sono impazzita, se lo leggerete capirete!!! Eheh
Voi lo avete letto o avete intenzione di farlo?
Fatemi sapere le vostre impressioni al riguardo.
Come sempre, vi lascio agli estratti del libro e vi do appuntamento alla prossima recensione.
Stefania
"Il male è necessario per riconoscere il bene."
"Prima di dormire, la cannetta della buonanotte se l'era fatta, ma non gli era mai
capitato di passare una nottata come quella.
Un viaggio in un film dell'orrore.
Non era stato come sognare e nemmeno come immaginare di vivere la vita di un altro;
era più come l'essere stato imprigionato nella mente di un altro individuo
senza però poter intervenire sulle sue azioni."
"Prima di dormire, la cannetta della buonanotte se l'era fatta, ma non gli era mai
capitato di passare una nottata come quella.
Un viaggio in un film dell'orrore.
Non era stato come sognare e nemmeno come immaginare di vivere la vita di un altro;
era più come l'essere stato imprigionato nella mente di un altro individuo
senza però poter intervenire sulle sue azioni."
"Più volte si era chiesto se quei suoi ragionamenti non provenissero
da una mente psicopatica, ma altrettante volte si era risposto che,
volente o dolente, erano la sua unica e vera fonte di tranquillità mentale."
da una mente psicopatica, ma altrettante volte si era risposto che,
volente o dolente, erano la sua unica e vera fonte di tranquillità mentale."
"E in Italia funziona così.
Se cammini in centro troverai sempre persone che ti giudicheranno
per come ti vesti e se rimani nuda in uno spogliatoio troverai sempre
persone che ti giudicheranno per il tuo corpo... anche se non vi è nulla
da giudicare perché un corpo è solo un corpo che nulla ha a che fare
con l'anima che custodisce."
Se cammini in centro troverai sempre persone che ti giudicheranno
per come ti vesti e se rimani nuda in uno spogliatoio troverai sempre
persone che ti giudicheranno per il tuo corpo... anche se non vi è nulla
da giudicare perché un corpo è solo un corpo che nulla ha a che fare
con l'anima che custodisce."
"Il problema era che il suo punto di osservazione era sempre obliquo
rispetto alla linea alla quale tutti facevano riferimento; la linea della normalità."
rispetto alla linea alla quale tutti facevano riferimento; la linea della normalità."
"Sentiva di essere al limite; non sapeva bene di cosa, ma pur sempre di
un limite si trattava."
un limite si trattava."
Post realizzato in collaborazione con Blogger Italia.
mi hai davvero incuriosita ed in effetti è vero, ogni tanto è giusto dedicare tempo anche a generi di lettura a cui non siamo abituati :)
RispondiEliminaBacioni
Si, anche perché bello scoprire sempre cose nuove!! :) Se lo leggerai, fammi sapere! Un bacione
EliminaA me i servizi di Matteo Viviani piacciono e anche il suo modo di esprimersi quindi credo che sarà un ottimo esordio. Mi hai incuriosita parecchio e credo proprio che lo leggerò. Tra l'altro so di un colpo di scena e amo quando ad un certo punto della storia tutta l'impressione avuta cambia. Per me è SI! :) :*
RispondiEliminaAssolutamente è un gran colpo di scena, vedrai!!! ;) Poi mi dirai! Anche a me piacciono molto i suoi servizi, devo ammettere che è una delle cose che mi ha indotta ad accettare di leggere un libro dal genere lontano da quello che solitamente leggo: avevo curiosità di vedere cosa avesse scritto e come! Decisamente un gran bell'esordio!!! ;)
EliminaBacioniiii
Stefania, sempre puntuale, attento ed esauriente il tuo lavoro.
RispondiEliminaPersonalmente questo titolo non rientra nell'ambito delle mie letture più consuete, non conoscevo l'autore (seguo assai poco la TV) e sono anche diffidente (forse in modo un po' snob) nei confronti di certe fortune letterarie o di vendita di certi personaggi televisivi.
Ma la tua esposizione è talmente attenta e priva di pregiudizi, che invoglia comunque alla lettura.
Nemmeno io frequento molto in lettura il genere giallo o noir, anche se scrittori come Agatha Christie o Georges Simenon sono ormai a tutti gli effetti assimilati alla "cultura alta".
Sono però volentieri attratta da queste trame al cinema, purché non siano troppo e troppo inutilmente sanguinarie (anch'io sto male, fisicamente, di fronte a certe scene, anche se so benissimo che sono "finte").
Non ripeterò comunque mai abbastanza come questo tuo lavoro, in luoghi come questo tuo bellissimo blog, siano fondamentali, per aiutare persone ad avvicinare la lettura, non la lettura qualunque, ma la BUONA lettura, e il Libro, l'oggetto più prezioso mai inventato dall'uomo.
Grazie Stefania!
Tua
Marianna
Ciao, Mari!
EliminaGrazie per i tuoi complimenti!!!
Io tendo a non avere mai pregiudizi, come nella vita così anche nella lettura, ormai mi conosci bene.
Un esordio letterario non è facile, eppure lui è riuscito a non far sentire il fatto di essere alla sua prima esperienza.
Quello che più mi è piaciuto di questo libro è che non è un giallo, non devi fare ipotesi o cos'altro...è un romanzo di denuncia. Denuncia situazioni di cronaca fin troppo attuali, quelli che riguardano la violenza sulle donne. Questa volta, però, visto con gli occhi dei carnefici. È veramente interessante. Essendo un'amante della psicologia mi è piaciuto girovagare tra i pensieri di questi personaggi.
Ti mando un grosso bacio!!!