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29 febbraio 2016

Enrico Ianniello: La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin



Tra le pagine di un libro si possono fare davvero degli incontri unici, speciali.
È quello che è successo a me, leggendo "La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin" di Enrico Ianniello.


In questo romanzo ho trovato un amico raro, puro, semplice, buono, dal candore pari a quello della neve. Un amico che riesce a guardare il mondo da altre prospettive e che dona la possibilità a chi lo incontra di osservare le cose in modo diverso. Un esempio di umanità per tutti.


Enrico Ianniello è un attore, regista e traduttore italiano. Veste i panni del simpatico commissario Nappi in una nota fiction di Rai1, "A un passo dal cielo". Questo è il suo primo romanzo e gli è valso la vittoria del prestigioso Premio Campiello Opera Prima lo scorso anno.


Devo ammetterlo, conoscendolo in veste di attore, morivo dalla curiosità di leggere la sua opera ed è stato una gran bella scoperta. Ciò che più ho amato, forse, è lo scoprire una rara sensibilità. Quella tipica degli artisti, perché è risaputo, è un tipo di sensibilità speciale, forse anche più acuta. 

"La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin" è la storia di un bambino diverso dagli altri, che alla nascita invece di urlare fischia. Crescendo continuerà a fischiare, o meglio, a urlafischiare. Grazie a questo suo dono lui riesce a dialogare con gli uccelli e diventa amico fraterno di un merlo indiano di nome Alì.
Complici gli spettacoli musicali di un amico del padre, Isidoro inventa un Fischiabolario per insegnare a tutti una lingua dal sapore della libertà.
Vivrà tante avventure, sempre accompagnato dal suo fedele Alì, dalle più belle alle più tragiche. 

Vorrei dilungarmi di più, ma onestamente credo che questa sia una storia da scoprire poco per volta tra le pagine del libro, perché nel raccontarla mi accorgo che buona parte della sua magia e unicità tende ad andare perduta.

È un romanzo che parla della diversità e che fa capire che "diverso" non è sinonimo di "sciagura", ma spesso di "benedizione". Il perché vorrei che lo scopriste voi. È uno di quei libri che va letto con il cuore.

Sapete quando terminate un libro e vi attanaglia una strana malinconia? Bene, a me questa volta è accaduto. Quando ho chiuso il libro mi sono sentita veramente triste, non volevo separami da Isidoro. Mi ci sono sinceramente affezionata, è uno di quei personaggi che ti entra nel cuore e che da lì non esce più. Lo devo dire, mi mancherà.

Penso una cosa, se dopo la lettura di un libro non vi sentirete un po' cambiati dentro è perché non lo avete saputo leggere bene. E non perché non sapete leggere o siete stupidi, ma perché avete utilizzato solo la testa per farlo e il cuore lo avete emarginato. Ecco, questo è un romanzo che se lo sapete leggere sa davvero regalarvi dei grandi insegnamenti.

Mi ha fatta ridere, emozionare, preoccupare, riflettere, stupire e anche piangere. 

È splendido e io mi sento di consigliarlo veramente a tutti, in particolare a chi ama far lavorare la fantasia e l'immaginazione.

Voi lo avete già letto?

Non mi resta che lasciarvi alle citazioni tratte da questo romanzo e darvi appuntamento alla prossima recensione.

Un grande abbraccio,


S.


Il merlo mi stava guardando, e io lo guardavo.
Il merlo muoveva il collo a scatti, e a me pure veniva di fare lo stesso movimento.
Lui puntava il becco in alto? E io pure, appuntendo le labbra piccoline.

Alì lanciò forte un altro dei suoi fischi melodiosi, una curva discendente
e poi una svirgolata finale in alto,
un bellissimo "Tiu-u-u-u-ì!". Stupendo!
Com'era bello quel suono! Ero eccitato, dovevo farlo pure io, e lo feci.

[...] ha anche messo da parte cinque Scatoline Speciali e dentro ci stanno le 
frasi che prende dai libri, dai giornali, dappertutto, ritaglia le frasi
che lo colpiscono e le mette in ordine, ripiegate nelle scatoline,
poi ogni tanto le stende sul tavolo della cucina, come fa mamma con la pasta,
per fare la Serata delle Belle Parole, cioè un gioco dove lui prende
una frase a caso - prima le mette tutte a faccia in giù -, la legge ad alta voce
e io e mamma dobbiamo dire tutto quello che ci viene in mente, così,
a caso, senza regole, e lui dice che facciamo delle poesie bellissime,
"piene di indipendenza", che se qualcuno le scrivesse nei libri veri
vincerebbe subito il Nobèl  per la Libertà di Parola.

Chi non ha sofferto, canticchia.
Chi ha sofferto, canta.

Tu ti devi ricordare sempre che sei una persona speciale,
che sei straordinario,
e non dare lo sfizio alla gente di dirti che sei normale.

[...] ormai si confondono le belle parole e le parole vuote, e mica sono la
stessa cosa! Le belle parole vengono dalle belle idee, e le belle
idee vengono dalle persone che hanno dedicato la loro vita a pensarle,
per il bene mio, tuo, suo e di tutti quanti.

"Dunque, Canzone, ti servono carta e penna per fare il Fischiabolario."
"Fischiabolario!? Questa se l'è inventata Quirino?"
"No, ce sò pensato da solo! Ti devi scrivere i formati del fischio
e magari ci devi fare un disegnino vicino, per ricordarti come sono fatti."

"In francese, fischiare si dice siffloter, e tu potrai chiamarti
Isidoro Sifflotin, Isidoro il Fischiatore."

Ogni essere può essere, ognuno può vivere come vuole e basta così.
Può essere.

La malattia fa schifo, certo, ma non è il contrario della vita;
è il doppio della vita stessa, è la vita più la coscienza di vivere,
la gioia consapevole del godimento che ti spetta per il solo fatto
di stare al mondo.


10 commenti:

  1. sembra proprio una bella storia, con un messaggio di fondo che non posso non condividere: la diversità è un dono, perché ciò che conta non è essere uguali ma essere se stessi :) un abbraccio!

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    1. Assolutamente vero! E poi la diversità di ognuno può arricchire gli altri! È così bello essere se stessi!! :) Un abbraccio anche a te :*

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  2. "È un romanzo che parla della diversità e che fa capire che "diverso" non è sinonimo di "sciagura", ma spesso di "benedizione"."

    Stefania, tu lo sai quanto io tenga a questi concetti.
    Per motivi personali. Ma in realtà la "diversità" è in ognuno di noi, ed è ciò che ci rende unici e liberi. Il tentativo dei poteri (economici, politici, religiosi, e anche - perché non dirlo - culturali) hanno come primo obbiettivo quello di omologarci. Perché sull'omologazione si può esercitare il controllo. E quindi, appunto, il potere.
    Nella chiave che tu intelligentemente suggerisci, questa è una lettura molto interessante, stimolante.
    Davvero viene voglia di correre in libreria.

    Detto questo devo aggiungere una piccola cosa: nel leggere questa recensione mi sono commossa. Davvero. Perché nelle tue parole ho percepito una tale passione, una felicità intellettuale, un amore per l'atto della lettura autentici, veri, come poche volte è dato sentire.
    Il calore che tu metti in questo lavoro è quel "qualcosa in più" che distingue questa rubrica da tutte le altre.
    Ed è uno dei motivi per cui la adoro e ti adoro.

    Perché tu, appunto, sei "diversa", nel senso che dicevamo.

    Tua
    Marianna

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    1. Innanzitutto ti ringrazio di vero cuore per il bellissimo complimento che mi hai riservato. È splendido sapere che trasmetto queste cose!

      Per il resto mi trovi d'accordo, a me l'omologazione non piace neanche un po'. Onestamente mi spaventa proprio, perché è come se l'anima della persona venisse messa in gabbia...in un certo senso è come se la persona che si omologa morisse un po'. So che è molto forte ciò che dico, ma ogni anima è unica, ognuno di noi è speciale e tutti dobbiamo mirare a tirar fuori questa nostra unicità perché è esattamente quella "marcia in più" che può rendere una vita un vero e proprio capolavoro.

      Non amo quelle frasi così strutturate: "Devi fare la tal cosa perché è ciò che fanno tutti.", per me è qualcosa di devastante! Ecco perché quando persone che parlano in questo modo mi dicono che non sono "normale" io ringrazio sinceramente. Perché se la normalità consiste nel barattare la mia unicità, i miei desideri, i miei sogni e anche i miei bisogni con quello che fanno tutti, allora io preferisco essere anormale. :)
      Ora puoi capire il valore che il tuo complimento ha avuto per me.

      Perdona lo sproloquio e grazie ancora. :)

      Un abbraccio forte,

      Stefania

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  3. Ciao Stefy!
    Ammetto di non aver mai sentito parlare di lui come attore e come scrittore :(
    Tuttavia é entrato subito nella mia wishlist mensile e lo comprerò subitooooooooo!!
    La diversità ci viene imposta dall'esterno e viene usata con connotazione negativa per la maggior parte delle volte quando invece essa é realmente una benedizione. É ciò che ci rende differenti gli uni dagli altri.
    Grazie per aver Condiviso questa perla <3
    Carolina

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    1. Grazie a te!!!! Spero veramente che ti piacerà, poi fammi sapere!!! <3
      Un bacio enorme :****

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  4. La lettura è anche, per me, ricchezza di sentimenti. Non conoscevo questo libro, la tua intensa recensione mi ha mostrato un romanzo che parla al cuore affrontando tematiche attualissime. Prendo nota :)

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    1. Sono felice che la viviamo nello stesso modo. :) Spero ti piacerà, poi fammi sapere!
      Un abbraccio :*

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  5. La diversità è unicità, anche se purtroppo non è sempre capita, apprezzata e accettata. La tua recensione è attenta e delicata, irresistibile la voglia di fare amicizia con Isidoro e ascoltare il suo fischiabolario.

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    1. Già, purtroppo alcune volte viene derisa, emarginata, osteggiata... è una cosa che mi rattrista molto, perché potrebbe essere fonte di arricchimento per tutti se venisse accettata. :)
      Ti ringrazio tanto!! Se farai amicizia con Isidoro fammi sapere come ti trovi in sua compagnia! :)
      Un abbraccio e buona giornata :*
      Stefania

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