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31 ottobre 2014

Massimo Gramellini: L'ultima riga delle favole


Ci siamo incontrati e guardati più volte nel corso dell'ultimo anno.
È stato piuttosto insistente.
Ci siamo anche presentati, ma...finivo sempre per riporlo nello scaffale della libreria, senza mai portarlo via con me.

Ma il caso ha voluto che a settembre, in occasione del mio compleanno, mi venisse regalato. E quindi eccolo qui: tra le mensole della mia stanza.
Parlo di "L'ultima riga delle favole" di Massimo Gramellini.

Gramellini è giornalista e scrittore. Dirige la rubrica "Cuori allo specchio" nel settimanale "La Stampa" di cui è uno dei vicedirettori.
Nella trasmissione di Fabio Fazio "Che tempo che fa" commenta, insieme al conduttore, i sette eventi o i sette personaggi più importanti della settimana.
La stesura di questo lavoro deve molto anche agli insegnamenti spirituali del Maestro Alfredo Di Prinzio, di cui l'autore è seguace.
Io lo adoro perché è ironico, divertente, intelligente, acuto e anche piuttosto bravo con la penna.

Ho infinitamente amato "Fai bei sogni", suo successivo romanzo; l'ho divorato in solo due giorni in quanto non riuscivo a staccarmene.
Non so perché, ma quasi mi aspettavo che la magia si ripetesse; immaginavo che le sue pagine, ancora una volta, mi rapissero senza richiedere riscatto, lasciandomi andare solo una volta terminata la lettura dell'intero romanzo, generando in me una lieve nostalgia. Quella nostalgia che ti lasciano i libri che ti hanno toccato il cuore con delicatezza.
Invece, questa volta, mi ha lasciata un po' confusa in quanto non capisco (e giuro, proprio non ci riesco) se mi sia piaciuto o meno.

Si tratta di un romanzo di formazione a tema spirituale. Il protagonista è Tomàs, un uomo insicuro che subisce la vita, vedendola priva di senso. Affetto da una grave allergia: quella ai rapporti stabili e duraturi. L’allergene che gliela scatena è la paura di perdere le persone che ama, così scappa e si preclude la possibilità di realizzare uno dei suoi sogni: trovare l’anima gemella.
Una sera, ad un tratto, Tomàs si ritrova in un’altra dimensione in cui ha luogo un viaggio simbolico che lo porterà a imparare molto, e in molti aspetti. Così tra una sauna, una tisana, un secchio sputa vita, libri chiari e scuri, lancio del desiderio e scogli della gratitudine, il nostro protagonista scoprirà, come in una favola moderna, il suo talento e che che non bisogna temere l’Amore, né la vita e neanche il dolore.

Ricco di frasi splendide, che io vedo come perle sulle quali ragionare.

I temi mi sono piaciuti moltissimo, ma per quanto riguarda il romanzo in sé... mi dispiace dirlo, ma questa volta non è riuscito a rapirmi. Mi sentivo distaccata: io Tomàs non lo "sentivo". Mi sarebbe piaciuto esplorarne meglio le emozioni, mi sarebbe piaciuto immedesimarmi in lui. Mentre la sfera emozionale mi è apparsa piuttosto fredda.
Ci sono state, però, delle parti molto belle che mi hanno colpita dritto al cuore. Sono state quelle in cui l'elemento autobiografico è venuto fuori: l'autore, mentre scriveva, si sarà emozionato e questa emozione l'ha donata al personaggio ed è riuscita a raggiungere anche me.
E per quanto concerne la favola, non so proprio esprimere un giudizio... è lei che mi rende dubbiosa. Credo che l'attenzione sia stata volutamente focalizzata sugli insegnamenti da apprendere e spesso è andato a discapito delle descrizioni e della sfera emotiva, che erano presenti, ma non al punto tale da far sentire il lettore come parte integrante della storia. Io leggevo di lui, non vivevo con lui quell'avventura. Ovviamente sono gusti personali.

Lo consiglio a chi ha voglia di affrontare i temi spirituali con la leggerezza tipica di un romanzo, ma vi invito a spulciare il suo interno già in libreria, per capire se può fare o meno al caso vostro.

Permettetemi una riflessione riguardo ad uno dei temi trattati: per quanto tutto, spesse volte, può sembrarci privo di senso, non lo è mai. Ogni cosa accade per uno scopo ben preciso: per insegnarci una lezione, per portarci su qualche strada in particolare, per farci crescere... nulla è fine a se stesso, né inutile. Al termine di ogni brutta esperienza dovremmo porci una domanda: "Cosa mi ha insegnato?", è così che trasformeremo il passato in Maestro. La parte difficile sta nel comprendere e quando riusciamo a farlo la rabbia e il dolore soffocante ci abbandonano. I veri problemi nascono quando le cose appaiono incomprensibili in quanto il loro significato si nasconde bene. Ma una cosa l'ho imparata: basta lasciar fare al tempo e, al momento giusto, ogni risposta ci verrà data.

Bisogna essere sempre grati, non solo per le cose belle, ma anche per quelle meno piacevoli, senza le quali non saremmo le persone che siamo oggi.

Io ho trascorso cinque anni che mi hanno completamente svuotata. Non mi amavo più, né mi riconoscevo.
I miei occhi erano sempre tristi e il sorriso era una piccola maschera. Mi guardavo allo specchio e ciò che vedevo mi faceva piangere perché non c'è nulla di più brutto del non riconoscere se stessi.
Non sto qui a dirvi cosa mi successe, vi dico solo che una serie di cose brutte, una più dell'altra, hanno fatto si che io mettessi in gioco tutto: me, la mia vita, gli affetti...

Ero diventata molto insicura e spaventata. Anche io ho iniziato a subire la vita. Fino a quando un giorno mi sono come "risvegliata" e la voglia di cambiare tutto, di ritrovarmi e di essere felice si era fatta talmente tanto forte che mi ha consentito di sfidare le mie paure e dare un taglio netto a tutto. Ho ricominciato tutto dall'inizio, da una pagina bianca. Sono tornata al punto in cui la mia vita si era "fermata" e sono ripartita, tenendo sempre bene a mente gli insegnamenti del passato. E ora eccomi qui: più consapevole, sicura, matura, forte e capace di amarmi come non ero mai riuscita a fare prima d'ora. Sono totalmente cambiata. Mi sono trasformata.

Quello che mi sembrava un lungo incubo, si è rivelato essere una gran  benedizione. Senza tutto ciò che ho passato non sarei la Stefania di oggi e io ne sono davvero grata. Se potessi tornare indietro, davvero non cambierei nulla. Tutto questo mi ha insegnato anche ad affrontare in modo diverso i momenti bui, che ci sono ancora, ma che non vedo più come una sfortuna, ma come un'occasione per crescere e trasformarmi. E vi assicuro: non c'è benedizione più grande del comprendere questo.

E alla fine, anche Tomàs ha capito quanto meravigliosa sia la vita, scorgendovi una magia che prima d'ora ignorava.

E voi, lo avete letto? Cosa ne pensate?

A presto,
Stefania



<< Vuole dirmi con parole sensate in quale incubo mi trovo? >> ansimò Tomàs.
<< Alle Terme dell'Anima, signore. >>
<< Sono morto, dunque? >>
<< A me non risulta. Lei è ricoverato qui per ricominciare a vivere. >>
<< Che razza di imbroglio è questo? >>
<< Un universo parallelo. Una delle tante possibilità. >>

"Ciascun uomo si vede per come si considera. E tu ti consideri sempre troppo
o troppo poco. Mai per quanto vali davvero."

"Alla mensa di un sapiente non dovrebbe mancar niente.
Libri scuri per scavare, libri chiari per volare."

"Sono grato alla mia fantasia e ai libri che mi forniscono gli strumenti per allenarla."

4 commenti:

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