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29 giugno 2015

Alla scoperta del Piccolo Principe: vi svelo i suoi segreti


Tutti noi abbiamo un libro che ci è particolarmente caro. Uno che abbiamo letto e riletto fino a usurarlo e che magari abbiamo ricomprato per poterlo consumare una seconda volta.

Il mio libro del cuore è "Il piccolo principe" di Antoine De Saint-Exupéry. Una sorta di libro magico che non è mai uguale. Non importa quante volte io lo possa rileggere, ne scoverò sempre un particolare nuovo. Ma, soprattutto, è sempre in grado di fornirmi una risposta. Non è un caso se io finisco per rileggerlo sempre in momenti delicati della mia vita.

Antoine De Saint-Exupéry (1900-1944) è stato uno scrittore e un aviatore francese. Vinse diversi premi di letteratura, durante la sua carriera.
La sua morte fu avvolta nel mistero per diverso tempo. Muore, infatti, durante un volo di cui si persero le tracce e solo nel 2004 fu recuperato il suo aereo. 

Il piccolo principe è un libro per adulti travestito da libro per bambini. Dico così perché sembra quasi voler risvegliare nei grandi modi di guardare al mondo andati persi durante la crescita. Perché c'è poco da fare, crescendo ci si inaridisce, si diventa per certi versi anche più superficiali e si finisce per riservare troppa attenzione a cose che non hanno realmente importanza, mentre si trascura proprio il tesoro che abbiamo, perché lo si dà per scontato. Forse pure troppo.
Ciò non toglie che per i bambini sia una lettura piacevole, meglio ancora se accompagnata dal commento di un adulto.

Tutti ne conosciamo la storia e io non voglio tediarvi con un post visto e rivisto ovunque.
Voglio però parlarvene a modo mio, voglio svelarvene i segreti o meglio, voglio darvi la mia personale interpretazione del suo simbolismo. 

Devo essere sincera con voi, questa è la seconda volta che scrivo questo articolo. La prima volta mi sono attenuta alle interpretazioni di altre persone, lette su un libro di didattica, ma rileggendole mi suonavano talmente troppo distanti da me, da farmi avere la sensazione che questo articolo non fosse mio. E probabilmente era così. Quindi ho deciso di dare le mie interpretazioni, quelle che da sempre questo libro mi ha suggerito. È il libro più importante della mia vita, quello che mi ha sempre accompagnato, quello che mi accompagnerà sempre e gli devo un dialogo con i miei pensieri.
Eccovi qualche chiave di lettura:

L'elefante dentro il boa e il cappello sono il simbolo della difficoltà dell'adulto di riuscire ad andare al di là delle apparenze. Simbolo della sua, sopracitata, superficialità. Della sua fretta di giudicare, senza soffermarsi a ragionare o a chiedersi gli altri cosa vogliano comunicare. Gli antichi dicevano che le "apparenze ingannano", ma l'adulto - che questo detto lo conosce fin troppo bene, tanto dal ripeterlo di continuo - si fa spesso abbagliare da esse. E si sa, lo sguardo superficiale non coglie mai la verità.

Il motore rotto dell'aereo rappresenta quel blocco che ogni tanto, tutti noi, finiamo per provare. Quel momento in cui è come se ci perdessimo e avessimo bisogno di ritrovare noi stessi e capire dove vogliamo andare. In poche parole, quando smarriamo il senso della vita. Quando ciò si verifica, il motore va in avaria e ci fermiamo.  

La provenienza del Piccolo Principe non è la Terra, ma un pianeta lontano. Perché è proprio lui che aiuta l'aviatore ad aggiustare il suo motore e il vero aiuto, in queste situazioni, non ci viene dato dall'esterno o da altre persone, ma ci viene dato da noi stessi. Per me, il piccolo principe non è che la parte più saggia, pura e autentica dell'aviatore. È lui l'unico che capisce i suoi disegni. È il suo bambino interiore che non è andato perduto.

La pecora dentro la scatola è un po' il contrario di ciò che accade con l'elefante dentro al boa: il piccolo principe non ha bisogno di disegni fedeli all'immagine che chiede, a lui basta immaginare. Lui riesce ad andare alla sostanza delle cose, dote che - ahimè - crescendo perdiamo. L'aviatore, in questa occasione, riprende il contatto con la sua interiorità più profonda. E questa volta è il bambino che è in lui che sfida l'adulto che è diventato.

Il pianeta da cui proviene il piccolo principe rappresenta la nostra personalità, mentre i baobab, per me, sono simbolo di tutti gli aspetti negativi che risiedono in essa: i difetti, i brutti pensieri, i sentimenti negativi, i desideri cattivi, ecc... insomma, tutto ciò che non fa di noi né felici e né dei begli esempi. Quando questi aspetti vengono corretti subito, si riesce a migliorare, ma quando il seme cattivo mette radici è veramente difficile poi sbarazzarsene. Si radica nella nostra personalità.

I tramonti sono un po' il simbolo di ciò che finisce. Il giorno che lascia spazio alla notte. Lascia intravedere una profonda tristezza nell'animo del bambino, che poi per me è lo stesso aviatore. È quel momento in cui inizi a sentirti smarrito, ti manca qualcosa che non riesci a visualizzare e vieni investito da una profonda e malinconica tristezza.

La rosa è sempre stata, per me, il simbolo dell'Amore. L'ho sempre vista come una fidanzata orgogliosa, che non vuole far capire al suo amato quanto vorrebbe che lui restasse al suo fianco, amandola profondamente per quella che è, malgrado tutti i suoi difetti. Cosa che poi, il piccolo principe finirà per fare, perché si renderà conto che è proprio "il tempo che ha dedicato alla sua rosa che l'ha resa così importante" e per questo lei è unica al mondo per lui.

Gli insegnamenti che riceve il piccolo principe non sono altro che la riscoperta, da parte dell'aviatore, di aspetti essenziali della vita che ha finito per dare per scontati, come fa la stragrande maggioranza degli uomini. È un rimprovero al lettore che, crescendo, ha dimenticato l'importanza dei riti, della responsabilità che abbiamo nei confronti di chi ci vuole bene, che la vera vista risiede nel cuore. È un rimprovero a se stesso, che per un attimo lo aveva dimenticato, ma che ora sta recuperando la memoria.

La partenza del Piccolo Principe simboleggia il fatto che ogni tanto è necessario staccarsi dalle cose per scoprirne il vero valore. Un po' una costante della nostra vita. Finiamo sempre per dare per scontate le cose e le persone, magari passiamo il tempo anche a lamentarcene, ma poi quando, per una cosa o un'altra ce ne separiamo, capiamo quanto siamo stati sciocchi a non accorgerci del loro vero valore. Un esempio? Siamo circondati da meraviglie che guardiamo con distrazione, perché tanto sappiamo che le vedremo sempre: una natura splendida, scenari che tolgono il fiato, spettacoli che il cielo ci regala ogni volta che il Sole va a riposare, i volti delle persone che amiamo, i sorrisi che riceviamo... ma cosa succederebbe se di colpo non vedessimo più? Se diventassimo ciechi? Ci malediremmo, perché non siamo stati capaci di goderceli. Così come quando perdiamo una persona cara, che iniziano tutti gli "Ah!! Se solo avessi fatto... se solo avessi detto..."

Il deserto rappresenta il luogo dello smarrimento e al contempo il luogo del ritrovo.

L'eco è il riflesso dei nostri pensieri. Noi siamo esattamente ciò che pensiamo. E se vogliamo cambiare la nostra realtà, dobbiamo proprio cambiare i nostri pensieri. È da lì che dobbiamo partire.

Il motore che magicamente riesce ad essere messo a posto è simbolo del ritrovato senso della vita da parte dell'aviatore. Il suo percorso è terminato e si congeda dal suo amico facendogli la promessa di non dimenticarlo mai. Infine, si rivolge a noi lettori, pregandoci di non scordarci di questo ragazzino dai capelli del color del grano e di dargli notizie qualora lo dovessimo incontrare. Ora il piccolo principe si fa metafora del bambino che risiede in noi, che non va assolutamente lasciato morire, ma va curato e amato, perché è quella la parte più vera di noi. Quella in grado di scorgere le cose più importanti, che ci permette di essere felici anche solo guardando le stelle. È quella che ci consente di essere veri, puri e non degli sterili blocchi di pietra incapaci di meravigliarsi anche davanti ad uno stupefacente tramonto. È quella che non ci fa perdere di vista il vero senso della vita.

Questa è la simbologia del piccolo principe, secondo me. E voi? Quale simboli avete colto?

È un testo estremamente ricco di saggezza e, per me, non dovrebbe mancare tra le proprie mensole.

In libreria trovate tante versioni di questo libro, ma la più bella è quella pop up. Si, lo so...costa di più, ma non è adorabile???



 

   

Per tutti gli amanti di questa storia, vi segnalo che a dicembre 2015 uscirà il film!!!! Io sono estremamente curiosa di vederlo!!! Adoro Mark Osborne e il trailer promette bene!!! Non ci resta che aspettare. Nel frattempo vi lascio al teaser e a qualche citazione di questo "libro magico".

A presto,

Stefania





<< Ma cosa ci fai qui? >>
Come tutta risposta, egli mi ripeté lentamente come se si trattasse di una cosa
di molta importanza:
<< Per piacere, disegnami una pecora... >>
Quando un mistero è così sovraccarico, non si osa disubbidire.

<< Non ti credo! I fiori sono deboli. Sono ingenui.
Si rassicurano come possono. Si credono terribili con le loro spine... >>

<< Buon giorno >>, disse a caso.
<< Buon giorno... buon giorno... buon giorno... >> rispose l'eco.
<< Chi siete? >>
<< Chi siete?... Chi siete? ... Chi siete?... >> rispose l'eco.
<< Siate miei amici, io sono solo >> disse.
<< Io sono solo... io sono solo... io sono solo... >> rispose l'eco.
<< Che buffo pianeta>>, pensò allora, << è tutto secco,
pieno di punte e tutto salato. E gli uomini mancano di immaginazione.
Ripetono ciò che loro si dice... Da me avevo un fiore e parlava sempre per primo. >>

<< Cos'è un rito? >> disse il piccolo principe.
<< Anche questa è una cosa da tempo dimenticata. >>, disse la volpe.
<< È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. >>

<< Ecco il mio segreto. È molto semplice:
non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi. >>

14 commenti:

  1. L'ho letto a 24 anni. Tutti lo dovrebbero leggere almeno una volta. Come per esempio la divina commedia, donchishotte, guerra e pace e per finire i promessi sposi.

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    1. Sono assolutamente d'accordo con te!!! Questi sono dei capolavori del panorama letterario e in età adulta riescono a essere apprezzati maggiormente!!! Io sono sempre stata innamorata della Divina Commedia, ma leggerlo ora è tutta un'altra cosa. :D

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  2. lo sai che invece io non l'ho mai letto e mi hai fatto venir voglia di leggerlo :)

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    1. Sono poche pagine. Due ore ti chiudi in camera e lo finisci.

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    2. Di questo non posso che esserne felicissima!!! :D Come dice Andrea, è piccolino e lo divorerai in poche ore! Sono certa che, con la tua sensibilità, lo amerai!!! :) Poi fammi sapere! Un bacione

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  3. Io lo amo molto perché a qualsiasi età una persona lo legga o rilegga non smette mai di insegnarci qualcosa. Sono rarissimi libri del genere che oltretutto non stancano mai. Bellissimo articolo, utile ed interessante. Bravissima Stefy! :*

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    1. Quanto hai ragione!! Questo libro è un vero tesoro. :)
      Grazie, sono felicissima che ti sia piaciuto, io mi sono divertita tanto a scriverlo. È stato un po' come chiacchierare con lui. :*

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  4. Io l'ho letto la prima volta in francese... E la prof aveva paragonato i 3 baobab a Italia, Giappone e Germania... Ma ora non ricordo il perché... Cmq quest'anno l'ho letto ai miei bimbi in 4...e infatti non è stato semplice spiegare o far capire alcuni passaggi.. Sicuramente la prossima volta prenderò spunto da questo articolo molto profondo nei significati.

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    1. Le tue parole non possono che riempirmi di gioia! Grazie di cuore!!!! <3
      Ti mando un abbraccio fortissimo.

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  5. Io dicevo i bambini non hanno l'anticamera del cervello "offuscata" e questo è magnifico. Noi filtriamo. Se non lo riteniamo opportuno dirlo, o stiamo in silenzio o diciamo una bugia.

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    1. Avremmo davvero tanto da imparare da loro, in queste cose. Noi tendiamo a complicare davvero tutto. :)

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  6. Cara Stefania,

    per prima cosa i miei complimenti, se permetti: ecco come si fa una recensione qui sul web-spazio. Niente boria culturale, niente supponenza intellettuale, solo chiarezza, passione e completezza di informazione. Un esempio per tutti: se l'intento è quello non di "farsi vedere colti", di on esibire sé stessi ecc. ma di avvicinare più persone possibile alla lettura, ai libri e alla grande avventura che può offrire la loro frequentazione, questa è la strada giusta. Penso non ai lettori già abituali, che comunque possono ritrovare nelle tue parole molti dei loro pensieri, delle loro riflessioni, ma alle ragazze e ai ragazzi giovani, distratti da altri mezzi decisamente più potenti ma superficiali, che devono essere incuriositi, invogliati, incoraggiati, e non respinti da saccenze professorali.
    Sia detto non da "fan", ma obiettivamente: brava, brava, brava, cento volte brava!

    Passando ora a questo piccolo grande capolavoro, è disturbato solo dalla sua immensa, quasi eccessiva popolarità (che lo ha reso suo malgrado un "ostaggio" dell'industria culturale), eppure si tratta di un testo poetico di raffinatissima fattura e di grande ispirazione.
    Direi che a differenza di molte ciofeche modaiole (vedi ad esempio gli orribili libracci tipo "sfumature di grigio" ecc…) la sua stabile, lunga e grandissima popolarità sia largamente dovuta alla qualità della sua scrittura, e dalla magica capacità di incarnare le visioni, i sogni, le speranze di generazioni e generazioni soprattutto di giovani e giovanissimi lettori e lettrici, sulla soglia dell'età adulta. Cos'è infatti questo libro se non una straordinaria e immortale metafora di questo passaggio, del conflitto che in ciascuno di noi si accende tra le nostre aspirazioni (amore, libertà, fantasia) e la realtà che ci attende di là da questa soglia?
    Non voglio dilungarmi su questi aspetti, già tu Stefania li hai trattati con grande estensione, e io direi che adesso, una volta "seminate" ad arte alcune possibili chiavi di lettura , occorre ritirarsi zitti zitti e lasciare a chi ne fosse incuriosito e non avesse mai letto questo libro (oppure a chi l'avesse già letto e volesse rifare l'esperienza da una diversa angolazione) la opportunità di entrare nella storia e di costruire dentro di sé il "proprio" personale Piccolo Principe.
    Perché su una cosa hai perfettamente ragione: questo racconto lungo (o esile novella) ha la stupefacente capacità (comune a pochissimi libri al mondo) di poter essere letta più e più volte, a distanza di tempo, e ogni volta in modo diverso, rivelando aspetti e significati ogni volta nuovi, diversi. Attenzione, non è che cambia il libro, siamo NOI che cambiamo, e la scrittura di Saint-Exupéry è talmente semplice e nello stesso tempo così densa da riuscire sempre a conformarsi alle nostre mutazioni, alla nostra crescita individuale.

    (Segue in seconda parte)

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    1. Io non so come ringraziarti per le tue splendide parole, sono state come una carezza. Sono veramente lusingata!

      Per la sua fama, credo sia inevitabile. Libri come questi non vengono creati per caso, hanno un messaggio importante da portare che deve raggiungere un gran numero di cuori. E io sono veramente felice che circoli così tanto, alcune persone avrebbero veramente bisogno di leggerlo e rileggerlo. :)

      Per quanto riguarda il film, invece, io non amo partire con i pregiudizi, tutto dipende da come verrà strutturato e pensato, quindi una chance voglio donargliela. Per il momento il trailer mi lascia intravedere qualcosa di carino.
      Ma è ovvio che consiglio anche io la lettura previa del libro, anche semplicemente per notarne le differenze. Poi, comunque, ne parlerò. Non posso tirarmi indietro con il Piccolo Principe!!! :D

      Io ti ringrazio tanto per il tuo contributo, spero aiuti a incuriosire chi ancora non ha avuto modo di perdersi tra le pagine di questo meraviglioso libricino. :)

      Un bacione,

      Stefania

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  7. (Seconda Parte)

    ...

    Personalmente non nego che questo sia stato, come per molti, uno dei libri di riferimento della mia giovinezza, e ancora adesso nutro un piccolo personale culto nei confronti del Poeta Aviatore. Se mai Prosa si sia avvicinata alla purezza assoluta della Poesia, questa è proprio quella di questo sfortunato, schivo e misterioso genio. E parlo anche di tutte le sue poche altre opere.

    Migliaia sono le ristampe e le rivisitazioni di questo titolo "cult", perfino troppe.
    Io personalmente preferisco l'edizione originale, nuda e cruda (per chi ha la fortuna di poter leggere in francese) con i delicati, un poco goffi ma proprio per questo tenerissimi disegni di mano dell'autore.
    Sospetto invece un poco riguardo la versione cinematografica. Ce ne sono state diverse finora, e tutte fallimentari. Non importa la qualità del regista, questa è un'opera colossale, che può ricevere solo danno o riduzione da una visualizzazione impacchettata nei novanta minuti, per cui non è nata.
    Io la penso così, e non andrò a vedere il film, anche se io sono appassionata - e anche del mestiere (lavoro anche in animazione, faccio gli "storyboard").

    Io consiglierei col cuore se possibile, chi volesse, di non affidarsi al film e basta per conoscere questo grande titolo, ma almeno di LEGGERE PRIMA il testo originale, in modo da avere l'opportunità di avere dentro di sé quello che sopra ho chiamato "il proprio Piccolo Principe", e poi eventualmente andare al cinema, per se possibile re-incontrarlo.

    Ti ringrazio Stefania per tutto quello che fai per noi, appassionati di libri e scrittura, sei unica!

    Un abbraccio
    Marianna

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